La pittura secondo Erika

La pittura secondo Erika

Erika Pastorelli, Erika Marcella Pastorelli su Facebook (1971). Ha frequentato l’ Istituto Magistrale e poi ha fatto un lungo corso di L.I.S. (lingua italiana dei segni) diventando così assistente alla comunicazione. Di recente ha preso anche l’attestato di educatrice cinofila per realizzare il sogno di lavorare con i cani. Si occupa anche di danza e scrittura.

 

  • Come ti sei avvicinata alla pittura?

 

In un certo senso non mi sono mai avvicinata veramente alla pittura come forma d’ arte perché nasco principalmente come scrittrice e danzatrice.

A dipingere ho imparato alle scuole medie ma non mi piaceva molto farlo; ero più attratta dal disegno. Ho di tanto intanto dipinto per esprimere emozioni e col tempo mi sono resa conto che il mio agire poteva anche diventare arte.

 

  • Quali sono le figure artistiche a chi ti ispiri?

 

Per disegni e dipinti non mi ispiro a nessun pittore in particolare ma la pittura mi piace molto e ho le mie preferenze come Francisco Goya, Tolouse Lautrec, Richar Dadd, William Hunt, VssiliJ Kandiskij e molti altri.

 

  • Cosa rappresenta per te l’ arte pittorica?

 

Per quanto riguarda la visione della pittura degli altri per me rimane una somma espressione di arte che ti trasporta nella bellezza e nell’ Ignoto. Per quanto riguarda i miei quadri la pittura è sia un modo per fissare un momento della mia vita, quasi come prendere appunti, sia l’ esternazione di un grande mondo interiore, di sentimenti e sensazioni; quasi un bisogno vitale.

 

  • Come si è trasformata nel tempo la tua tecnica?

 

La mia tecnica è sempre stata in evoluzione. Non nascondo che uno dei piaceri che provo quando dipingo è sentire nella mano, la morbidezza del pennello che scorre sul foglio e questo fa evolvere il mio dipingere.

 

  • Ci sono formati o tecniche che prediligi?

 

No, sono in continua evoluzione; mi piace andare dal micro al macro: dalla pittura su gioielli fino ad arrivare a grandi pareti.

 

  • La tua è una pittura lenta o veloce?

 

Dipende da ciò che voglio realizzare.

 

  • Cosa significa fare pittura oggi?

 

Sinceramente non lo so. Si dipinge per tanti motivi: c’ è chi dipinge per passione o per professione o entrambe o c’ è chi crea quadri bellissimi introspettivi e non li mostra a nessuno tenendoli per sé.

 

  • Uno dei tuoi quadri più belli e significativi è «Sogno», realizzato in bianco e nero e raffigurante un albero al chiaro di luna in una notte stellata e circondato da uccelli. Che cosa ti ha ispirata nella realizzazione dell’ opera, e che significato ha per te?

 

Innanzitutto il quadro è stato realizzato con tempera bianca su cartoncino nero, tecnica che a me piace molto perché il prodotto sembra far scaturire la luce dal buio. «Sogno», inteso non come R.E.M. ma come immaginazione, ha molteplici significati. Innanzi tutto è una sublimazione del mio disturbo ossessivo compulsivo che mi porta spesso a ripetere graficamente sempre la stessa figura nello stesso foglio anche se in modo diverso; io ho trovato il modo per fare del mio disagio mentale una forma d’ arte. L’ albero è ben fisso nel terreno con le su possenti radici ed è una figura ferma immobile ma i suoi rami pian piano si trasformano in uccelli in movimento e per me questo rappresenta un po’ la fissità della persona (l’ albero) e la libertà del pensiero (gli uccelli) che può andare ovunque; una sorta di bisogno di estraniarmi da alcuni momenti della vita. L’ albero e gli uccelli sono però anche natura, la stessa natura a cui sono fortemente legata da sempre e che pervade un po’ tutta la mia creatività.

 

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